La festa delle Scuole Senza Permesso
Le Scuole Senza Permesso (si) festeggiano, con assaggi dal mondo, musica dal vivo e spettacoli.
E chiamano al confronto sui numerosi temi dell'immigrazione i candidati dell'Unione alle Politiche e alle Comunali di Milano.
Ecco la lettera di invito. A breve il programma dettagliato della festa. Per adesioni e informazioni scrivere a scuolesenzapermesso@email.it.
Ai candidati dell’Unione
loro sedi di Partito
Gli studenti e gli insegnanti delle Scuole Senza Permesso organizzano per domenica 5 marzo 2006 a Milano una festa non stop che inizierà alle ore 13 con assaggi dal mondo, proseguirà con degli spettacoli e con un dibattito cui sono invitati a partecipare i candidati dell’Unione alle elezioni politiche nazionali e a quelle amministrative della città di Milano. Il tutto in un'atmosfera spontanea e informale.
Scuole Senza Permesso è il nome che ha voluto darsi una rete di scuole di italiano milanesi, nata nella primavera 2005, per dichiarare la propria identificazione con i senza diritti.
Le scuole aderenti, pur diverse tra loro, condividono la quotidiana esperienza a diretto contatto con i migranti, di cui ogni insegnante viene a conoscere le motivazioni all’emigrazione, le condizioni abitative e di lavoro ed i progetti di vita, grazie ad una relazione che pone al centro la persona. Se l’obiettivo della didattica è la comunicazione, la scuola di italiano schiude percorsi di scambievole crescita umana, culturale e politica.
Consapevoli della propria funzione di mediazione sociale la rete Scuole Senza Permesso si auspica lo sviluppo di una miriade di scuole nei quartieri cittadini e in ogni piccola località di provincia, quali poli di attrazione, sperimentazione di legami sociali e snodo per la “conquista” del territorio da parte dei migranti, per ridurre così l’inesorabile danno degli storici processi di ghettizzazione “etnica” e di emarginazione dei “poveri”.
Nonostante non si sia riusciti a censire tutte le “strutture” scolastiche di questo tipo, solo nella città di Milano ne contiamo circa venti, in ciascuna delle quali decine di volontari mettono a disposizione competenze specifiche e complementari, motivazioni forti e responsabilità civile nei confronti di centinaia di migranti. Gocce nell’oceano se a tale espansione del volontariato sociale non si accompagna una politica che vada oltre l’opportuno, od opportunistico, riconoscimento del contributo economico e del servizio dato dagli immigrati a questo Paese.
Una concreta politica fatta di misure assenti da ipocrisie e che contrasti non solo il mercato nero di qualunque tipo, ma che entri nel merito dei contratti di lavoro e della partecipazione sindacale, che delinei programmi scolastici transculturali, che ponga un tetto ai costi dell’abitare, che affronti la questione della vivibilità ambientale e umana delle città.
Una politica coerente, che sottragga terreno alla contrapposizione tra diritti dei nativi e diritti degli “ospiti”. Una politica consapevole che i flussi migratori sono inarrestabili e che sappia eliminare dal proprio dizionario la parola “clandestino”.
Domenica 5 marzo desideriamo fare una festa (con la) politica, intesa anche come l’insieme di parole e azioni minute espresse dalla moltitudine di persone che operano fianco a fianco con i vari soggetti sociali. Per noi un’occasione di sostanziale consultazione elettorale che ci permetterà di entrare nel merito delle premesse legislative in tema di immigrazione fatte nel programma dell’Unione.
Attendiamo le adesioni all'indirizzo: scuolesenzapermesso@email.it
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